Il termine “dipendenza” per molti anni è stato esclusivamente associato alle “sostanze” in riferimento a condizioni cliniche di intossicazione, astinenza e craving. Tuttavia, negli ultimi anni gli studi hanno individuato i circuti neurali e i neurotrasmettitori che svolgono un ruolo chiave nei comportamenti di dipendenza in generale. In particolare, il “circuito di gratificazione” (reward system), individuato nel nucleus accumbens, e la dopamina sarebbero coinvolti nei “comportamenti” patologici di dipendenza simile a quella da sostanze. Infatti, le cosiddette “nuove dipendenze” (es. dipendenza da internet, dipendenza da smartphone, gioco d’azzardo, gioco online, shopping, corsa, lavoro, social network come facebook, ecc.) presentano caratteristiche simili alla dipendenza da sostanze psicoattive come ad esempio:
- La ripetitività;
- La tensione anticipatoria nell’attesa della soddisfazione (eccitazione pre-attività);
- La gratificazione (piacere o rilassamento post-attività):
- Il carving (desiderio incontrollato);
- La dominanza (l’attività domina i pensieri ed i comportamenti del soggetto assumendo priorità rispetto ad altri interessi);
- La tolleranza (bisogno di aumentare progressivamente l’attività per ottenere l’effetto desiderato);
- L’astinenza (stato di malessere psichico-fisico che si manifesta a seguito dell’interruzione o riduzione del comportamento).
Pertanto, i circuiti celebrali implicati costituirebbero il denominatore comune dei comportamenti di dipendenza da svariate “attività” oltre che dalle sostanze. La dipendenza da qualsiasi attività o sostanza implica aspetti quali: la perdita totale o parziale dell’autocontrollo (con conseguente incapacità di interrompere il comportamento anche se arreca danno), la pervasività dei pensieri associati all’attività o comportamento (ossessività), l’immersione nell’attività (alle volte impulsiva) genera piacere e gratificazione (circuiti neurali piacere/rinforzo), la compromissione della funzionalità personale, sociale e lavorativa. Per tali ragioni, nel DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) tali comportamenti sono stati inseriti nella categoria diagnostica “Disturbi da dipendenza e correlati all’uso di sostanze”.
Nell’ultimo decennio, si è assistito, in tutto il mondo, al massiccio diffondersi di internet e dei nuovi mezzi di comunicazione, ciò ha determinato una maggiore fruibilità delle informazioni e una velocità nelle interazioni mai raggiunta prima. La disponibilità di nuovi strumenti tecnologi di comunicazione, come lo smartphone, racchiude in sé tante potenzialità quanto rischi; infatti, qualsiasi strumento, in base all’uso che se ne fa può costituire un bene o un male per l’individuo. In particolare la diffusione di internet ha generato fenomeni psicopatologici collegati ad un suo uso eccessivo o disfuzionale al quale si associano sintomi simili a quelli della dipendenza da sostanze. La letteratura scientifica ha evidenziato come l’utilizzo della rete possa condurre allo sviluppo di una dipendenza psicologica denominata Internet Addiction Disorder dallo psichiatra americano Ivan Goldberg (1995). I primi studi scientifici a suggerire la possibilità di conseguenze dannose derivanti dall’uso eccessivo di Internet risalgono alla metà degli anni 90’ (Brenner, 1997; Greenfield, 1999; Griffiths, 1999; O’Reilly, 1996; Young, 1998). E’ ormai abbastanza chiaro che l’uso eccessivo di internet può giungere a configurarsi come una vera e propria dipendenza che conduce progressivamente l’individuo ad essere assorbito nell’esperienza virtuale (Jamison, 2000) con conseguenti difficoltà nella vita sociale, personale e lavorativa. La persona, similmente al tossicodipendente manifesta sintomi quali: desiderio irrefrenabile di connettersi al web (craving), astinenza (irritabilità, nervosismo e agitazione se gli è impedita l’attività) e assuefazione (progressivo bisogno di passare del tempo in rete).
La dipendenza da internet può racchiudere altri sottotipi di dipendenza in relazione al tipo di attività svolta online, sia attraverso lo smartphone che tramite pc. Gli individui possono infatti sviluppare dipendenza dalle relazioni virtuali, dal sesso virtuale, da gioco d’azzardo online o giochi in rete di vario tipo, da shopping online, da informazioni online (Information Overloaded), ecc.
I problemi derivati dalla dipendenza da internet sono di varia natura e si manifestano in diversi ambiti di vita del soggetto:
Relazionale (familiare e sociale): il tempo e le risorse impiegate in rete aumentano progressivamente fino al punto in cui la persona dedica meno tempo alla vita reale rispetto a quella virtuale. La vita relazionale, sociale e familiare può arrivare subire dei danni a causa del completo assorbimento online.
Lavorativo e scolastico: l’eccessivo coinvolgimento nelle attività in rete sottrae tempo ed energie al lavoro o alla scuola, inficiando il rendimento professionale.
Economico: le conseguenze negative sul piano economico riguardano soprattutto le attività di gioco online, shopping online, pornografia online a pagamento, ecc.
Psicofisico: la dipendenza da Internet causa numerosi problemi fisici che possono insorgere stando a lungo seduti davanti al computer (disturbi del sonno, alterazioni del comportamento alimentare, scarsa cura del corpo, mal di schiena, stanchezza agli occhi, mal di testa, sindrome del Tunnel Carpale, ecc.).
Infine, Caretti (2000, 2001) ha distinto la dipendenza da internet da un altro quadro patologico specifico caratterizzato da un uso eccessivo della rete da lui definito Trance Dissociativa da Videoterminale. La Trance Dissociativa da Videoterminale rappresenta una forma di dissociazione che si verifica a seguito di un eccessivo oso di internet o del pc nello svolgere attività virtuali. Essa è caratterizzata da alterazione dello stato di coscienza, depersonalizzazione e perdita del senso della identità personale. La persona s’immerge completamente in una realtà virtuale perdendo la percezione dello spazio tempo e di sé.