L’ansia è attivazione psicofisiologica adattiva e funzionale al fronteggiamento di situazioni potenzialmente pericolose! L’ansia e la paura, dal punto di vista evolutivo, consentono all’uomo di sopravvivere e adattarsi anche alle situazioni critiche mobilitando l’organismo! L’ansia, come attivazione fisica e psichica di risorse ci aiuta in molte circostanze di vita come nel raggiungimento di obiettivi, nel fronteggiamento di situazioni difficili, impegnative o nel reagire a pericoli!
Tuttavia, l’ansia assume per molte persone un connotato negativo e si identifica in una condizione più o meno duratura di tensione, apprensione, timore, preoccupazione e attesa angosciante spesso accompagnata da sintomi fisiologici come tremori, palpitazioni, sudorazione, senso di affaticamento, irrequietezza motoria, difficoltà a rilassarsi. L’ansia diviene uno stato emotivo e fisiologico di “attivazione negativa” in risposta a circostanze o situazioni stressanti che minacciano l’equilibrio e l’integrità personale! L’ansia spesso non si configura come un disturbo in sé, ma come un“sintomo” che può manifestarsi in condizioni problematiche e disturbi diversi (sintomo trasversale).
QUANDO L’ANSIA è PATOLOGICA?
L’ansia si configura come una condizione patologica, che genera sofferenza, quando diviene uno stato eccessivo e persistente di tensione difficile da controllare che spesso interferisce negativamente sulla vita personale.
L’ansia patologica spesso si manifesta come apprensione anticipatoria per un pericolo o una minaccia vaghi e indefiniti (ansia senza oggetto), non oggettivamente identificabili. L’ansia patologica è la risposta di vigilanza dell’organismo a ciò che il sistema cognitiva interpreta come potenzialmente pericoloso e che deve essere fronteggiato! La persona tenta di proteggersi da una minaccia “vaga” attivando una serie di “spie”: i sintomi ansiosi! Da qui si innesca tutto il corollario sintomatologico che nel tempo impedisce alla persona di adattarsi e agire in modo funzionale!
L’ansia patologica è una risposta di allarme, un indicatore di disagio che offre all’individuo l’opportunità di modificare qualcosa di sé in termini di cambiamento positivo. Il nostro corpo è perfetto perciò ci invia dei segnali e l’ansia è un segnale, un “campanello di allarme” che riconduce a qualcosa sul piano psicologico (cognitivo ed emotivo) o esistenziale (bisogni, mete di realizzazione) che la persona è chiamata a riconsiderare.
Essa ha dunque una funzione positiva, offre alla persona l’opportunità di modificare se stessa e il percorso della propria vita in linea con ciò che desidera per se stessa. Per tale ragione diviene necessario, con l’aiuto di uno psicologo o di un terapeuta, individuare l’area esistenziale di maggior disagio, quella connessa ai bisogni fondamentali e alle credenze profonde della persona da cui origina l’ansia. Qual è il nucleo problematico soggettivo? Cosa la persona desidera raggiungere oppure teme di perdere? E’ fondamentale guidare la persona verso la comprensione dei propri bisogni profondi, delle motivazioni che mobilitano la sua energia psico-fisica per aiutarla ad individuare e intraprendere un percorso di crescita e realizzazione personale.
Criteri che ci aiutano a distinguere l’ansia funzionale dall’ansia patologica:
Frequenza: quanto spesso sperimento ansia? Quando l’ansia si manifesta frequentemente e in molteplici circostanze di vita (non è più circoscritta a situazioni o episodi), divenendo una risposta costante allora potrebbe aver assunto un connotato disfunzionale!
Durata: quanto dura l’ansia? La durata ci fornisce un’indicazione importante; quando lo stato di attivazione si protrae a lungo consumando molte risorse fisiche e psicologiche non è più adattiva!
Intensità: quanto è intensa l’ansia? Quanto i sintomi ansiosi sono intensi? L’ansia patologica produce sintomi intensi e persistenti che invece di favorire l’adattamento della persona alla situazione critica causano sofferenza e ostacolano il suo funzionamento. Basta pensare ai sintomi intensi dell’ansia come l’insonnia, la sudorazione, la tachicardia, la cefalea o le difficoltà digestive che spesso rendono molto difficoltosa la vita quotidiana creando disadattamento.
Congruenza con lo stimolo ansiogeno: l’ansia patologica è eccessiva, sproporzionata rispetto allo stimolo che l’ha innescata (spesso vago e non identificabile).
Quando è necessario chiedere aiuto?
Quando l’ansia diventa patologica è opportuno chiedere l0aiuto di uno specialista per affrontarla! Oltre ai criteri sopra elencati ne esistono altri due che essenzialmente ci aiutano ad indentificare l’ansia patologica:
- Compromissione della vita personale (sociale, familiare, lavorativa, ecc.): l’ansia patologica produce sintomi (intensi e pervasivi) che interferiscono negativamente con la capacità soggettiva di svolgere attività in modo funzionale e adattivo.
- Sofferenza soggettiva: la persona prova sofferenza per l’incapacità di gestire la sintomatologia, mette in atto dei tentativi per liberarsi dall’ansia senza successo.
CAUSE DELL’ANSIA PATOLOGICA
Attualmente il modello teorico scientifico più accreditato nella spiegazione causale dell’ansia e della psicopatologia in generale è quello bio-psico-sociale. Secondo tale modello la causa dell’ansia sarebbe rintracciabile nell’interazione tra fattori biologici (neurotrasmettitoriali, ormonali, genetici, strutturali, temperamentali) psicologici (caratteristiche di personalità, stile cognitivo, ecc.) e sociali (apprendimenti, esperienze soggettive, ambiente educativo e sociale, ecc.) dell’individuo. L’interazione multifattoriali di queste componenti renderebbe la persona più o meno suscettibile a manifestare ansia patologica.
CLASSIFICAZIONE DEI DISTURBI D’ANSIA
L’ultima edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali (DSM-5) i disturbi d’ansia sono stati distinti e classificati in:
- Disturbo d’ansia da separazione
- Mutismo selettivo
- Fobia Specifica
- Disturbo d’ansia sociale
- Disturbo di panico
- Agorafobia
- Disturbo d’ansia generalizzato
- Disturbo d’ansia da condizione medica
- Altro Disturbo d’ansia specifico
- Disturbo d’ansia non altrimenti specificato
DISTURBO D’ANSIA GENERALIZZATO
Il Disturbo d’Ansia Generalizzato (DAG) si caratterizza per ansia e preoccupazione (attesa apprensiva) eccessive, che si manifestano per la maggior parte dei giorni (per almeno 6 mesi), relativamente a una quantità di eventi o di attività. I principali sintomi del disturbo d’ansia generalizzata sono:
- La difficoltà di controllare la preoccupazione e l’ansia (eccessiva per intensità, durata o frequenza)
- Irrequietezza (sentirsi tesi, con i nervi a fior di pelle)
- Facile affaticamento
- Difficoltà di concentrazione o vuoti di memoria
- Irritabilità
- Tensione muscolare
- Alterazioni del sonno (difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, o sonno irrequieto e insoddisfacente
L’ansia, la preoccupazione o i sintomi fisici causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti.
DISTURBO D’ANSIA SOCIALE (fobia sociale)
Il Disturbo d’Ansia Sociale è caratterizzato da paura o ansia marcate relative a una o più situazioni sociali nelle quali l’individuo è esposto al possibile esame degli altri. Le situazioni possono essere diverse e riguardano le interazioni sociali (es. avere una conversazione, incontrare persone sconosciute), essere osservati (es., mentre si mangia o si beve) ed eseguire una prestazione di fronte ad altri (es., fare un discorso).
- L’individuo teme che agirà in modo tale o manifesterà sintomi di ansia che saranno valutati negativamente (cioè saranno umilianti o imbarazzanti; porteranno al rifiuto o risulteranno offensivi per altri).
- Le situazioni sociali temute provocano quasi invariabilmente paura o ansia.
- Le situazioni sociali temute sono evitate oppure sopportate con paura o ansia intense.
- La paura o l’ansia sono sproporzionate rispetto alla reale minaccia posta dalla situazione sociale e al contesto socioculturale.
- La paura, l’ansia o l’evitamento sono persistenti e durano tipicamente 6 mesi o più.
- La paura, l’ansia o l’evitamento causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti.
- La paura, l’ansia o l’evitamento non sono attribuibili agli effetti fisiologici di una sostanza (per es., una droga, un farmaco), a un’altra condizione medica o a un altro disturbo.
FOBIA SPECIFICA
La Fobia Specifica è caratterizzata da paura o ansia marcate verso un oggetto o situazione specifici (per es., volare, altezze, animali, ricevere un’iniezione, vedere il sangue).
- La situazione o l’oggetto fobici provocano quasi sempre immediata paura o ansia.
- La situazione o l’oggetto fobici vengono attivamente evitati, oppure sopportati con paure o ansia intense.
- La paura o l’ansia sono sproporzionate rispetto al reale pericolo rappresentato dall’oggetto o dalla situazione specifici e al contesto socioculturale.
- La paura, l’ansia o l’evitamento sono persistenti e durano tipicamente per 6 mesi o più.
- La paura, l’ansia o l’evitamento causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti.
- Il disturbo non è meglio spiegato dai sintomi di un altro disturbo mentale o di una condizione organica.
E’ importante specificare se lo stimolo fobico riguarda: un animale, l’ambiente naturale, sangue-iniezioni-ferite, situazioni o luoghi specifici, altri elementi.
DISTURBO DI PANICO
Il Disturbo di Panico è caratterizzato da ricorrenti attacchi di panico inaspettati. Almeno uno degli attacchi è stato seguito da un mese (o più) di uno o entrambi i seguenti sintomi:
- Preoccupazione persistente per l’insorgere di altri attacchi o per le loro conseguenze (per es., perdere il controllo, avere un attacco cardiaco, “impazzire”).
- Significativa alterazione disadattiva del comportamento correlata agli attacchi (per es., comportamenti pianificati al fine di evitare di avere attacchi di panico, come l’evitamento dell’esercizio fisico oppure di situazioni non familiari).
- L’alterazione non è attribuibile agli effetti fisiologici di una sostanza (per es., una droga, un farmaco) o di un’altra condizione medica (per es., ipertiroidismo, disturbi cardiopolmonari).
- Gli attacchi di panico non sono meglio spiegati da un altro disturbo mentale.
L’ ATTACCO DI PANICO
Un attacco di panico consiste nella comparsa improvvisa di paura o disagio intensi che raggiunge il picco in pochi minuti, periodo durante il quale si verificano quattro (o più) dei seguenti sintomi:
- Palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia.
- Sudorazione.
- Tremori fini o a grandi scosse.
- Dispnea o sensazione di soffocamento.
- Sensazione di asfissia.
- Dolore o fastidio al petto.
- Nausea o disturbi addominali.
- Sensazioni di vertigine, di instabilità, di “testa leggera” o di svenimento.
- Brividi o vampate di calore.
- Parestesie (sensazioni di torpore o di formicolio).
- Derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da se stessi).
- Paura di perdere il controllo o di “impazzire”.
- Paura di morire.
La comparsa improvvisa dei sintomi può verificarsi a partire da uno stato di quiete oppure da uno stato ansioso.
AGORAFOBIA
L’Agorafobia è un disturbo caratterizzato da paura o ansia marcate relative a due (o più) delle seguenti cinque situazioni:
- Utilizzo dei trasporti pubblici (per es., automobili, bus, treni, navi, aerei).
- Trovarsi in spazi aperti (per es., parcheggi, mercati, ponti).
- Trovarsi in spazi chiusi (per es., negozi, teatri, cinema).
- Stare in fila oppure tra la folla.
- Essere fuori casa da soli.
L’individuo teme o evita queste situazioni a causa di pensieri legati al fatto che potrebbe essere difficile fuggire oppure che potrebbe non essere disponibile soccorso nell’eventualità che si sviluppino sintomi simili al panico o altri sintomi invalidanti o imbarazzanti.
- La situazione agorafobica provoca quasi sempre paura o ansia.
- Le situazioni agorafobiche vengono attivamente evitate, o richiedono la presenza di un accompagnatore, o vengono sopportate con paura o ansia intense.
- La paura o l’ansia sono sproporzionate rispetto al reale pericolo posto dalla situazione agorafobica e al contesto socioculturale.
- La paura, l’ansia o l’evitamento sono persistenti, e durano tipicamente 6 mesi o più.
- La paura, l’ansia o l’evitamento causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti.
- L’alterazione non è attribuibile agli effetti fisiologici di una sostanza (per es., una droga, un farmaco) a un’altra condizione medica o ad un atro disturbo.
Ricorda sempre le 3 regole d’oro:
1. L’ANSIA NON UCCIDE
2. L’ANSIA PIU’ LA EVITI E PIU’ SI GENERALIZZA
3. L’ANSIA PIU’ L’AFFRONTI E PIU’ SCOMPARE
L’ansia va affrontata per imparare a gestirla e ridurla!
La paura affrontata diventa coraggio, la paura evitata diventa panico!
Per approfondire il tema dei Disturbi D’ansia e del trattamento psicologico clicca qui.